ven

25

set

2015

Cosa ci importa della povertà

Il 15 luglio di quest'anno è stato pubblicato il rapporto ISTAT sulla povertà in Italia nel 2014 che trovate sul sito della BdT nella nostra sezione “Liberamente” all'interno della documentazione (cliccate qui) oppure su questo sito nei documenti da scaricare (vedi a lato)

Voglio proporre a voi che leggete questo sito una riflessione personale sui dati che è possibile ritrovare nel documento. Ritengo che certi dati che troverete nel documento possano interessare molto anche noi bancari del tempo, costruttori di comunità coese e sicure.

Partiamo da un dato confortante, forse.

La povertà in Italia non aumenta, ma, invece, a volte diminuisce o comunque rimane generalmente  stabile. In termini di povertà assoluta abbiamo una riduzione della povertà nelle famiglie con figli e delle famiglie con “a capo” una persona tra i 45 e i 54 anni di età. In termini di povertà relativa, invece i miglioramenti si hanno nelle famiglie dei piccoli comuni del sud e nelle famiglie in cui il capofamiglia cerca lavoro. Peggiorano leggermente, invece, i residenti nelle grandi città.

Un dato interessante, ma negativo, indica che in termini di povertà relativa le famiglie con 2 figli minori sono sempre più in difficoltà (prospetto 13), mentre quelle con anziani stanno relativamente nello stesso modo del 2013 o migliorano, nel caso della povertà assoluta, un pochino (prospetti 3 e 13). Le famiglie in cui vi sia un genitore o entrambe i genitori stranieri, invece, stanno mediamente molto peggio di quelle senza straniero alcuno, anche in relazione all'anno precedente (prospetti 6 e 17).

 

Perché questa analisi interessa le Banche del Tempo e la nostra in particolare?

 

L'interesse è particolarmente evidente se si leggono i dati riguardanti l'età, la tipologia dei nostri soci e il genere di scambi più in auge nelle nostre sezioni, per cui partiamo dal perché interessa la BdT Valmadrera.

Storicamente siamo nati come associazione che intendeva rispondere ai bisogni delle famiglie e delle persone che, ancora in età lavorativa e con figli in casa, faticano a sopravvivere alle difficoltà quotidiane, più semplicemente le famiglie dei quarantenni o quasi. I fondatori e i primi soci, infatti, immaginavano che gli scambi più frequenti sarebbero stati gli accompagnamenti e l'aiuto nei compiti. Sin dalle prime iscrizioni, però, sono iniziati ad arrivare soci/e pensionate o di età superiore a quella delle famiglie che pensavamo di coinvolgere, con bisogni diversi da quelli immaginati.

Abbiamo fatto il primo corso di computer, il primo torneo di carte e abbiamo immaginato una prima gita (non andata in porto per basso numero di iscrizioni). Nel contempo iniziavamo/continuavamo a scambiare in ripetizioni, dolci, accompagnamenti, bricolage e qualche rammendo. Nella relazione presentata nel 2012 si inizia a vedere che il maggior numero di ore è stato scambiato nel corso di informatica, pur rimanendo le altre tipologie di scambio sempre ai primissimi posti e vedendo, inoltre, un incremento importante delle ore scambiate a seguito di un aumento dei soci e di una maggior comprensione del nostro lavoro. Per i dati sugli scambi potete leggere le nostre relazioni annuali cliccando qui.

Negli anni i soci anziani sono sempre più affluiti nella nostra associazione, e le famiglie, pur continuando a iscriversi in modo importante e copioso, risultano avere un turn-over maggiore, come se non riuscissimo a intercettare in modo costante i loro bisogni. La partecipazione alle gite e alle attività di socializzazione più svariate evidenzia, assieme alle ore scambiate per attività pratiche a favore di altri, una grande attività dei nostri soci più avanti con l'età. Se leggiamo i dati ISTAT sulla povertà, ricordiamo il dato generalmente noto che l'età anagrafica è in aumento e così anche le famiglie che hanno un anziano in casa, mi sembra evidente la ricchezza della nostra associazione in termini di aggregazione e di forza solidale. Credo, quindi che il lavoro che noi dovremo provare a svolgere da adesso in avanti sia di continuo coinvolgimento delle persone con età da pensione, ma anche di creazione di attività per famiglie e soprattutto di coinvolgimento nella richiesta da parte di queste ultime. Rimane, nelle persone più giovani, una tendenza a non chiedere perché “mi scoccia pesare su qualcuno, non so esattamente cosa chiedere e faccio prima da solo/a ...”. In particolare poi dobbiamo guardare ai bisogni delle famiglie in difficoltà economica, con e senza stranieri al loro interno. L'intenzione ritengo debba essere quella di coinvolgere le famiglie per avvicinarle agli anziani della nostra associazione e portarle ad avere “un nonno/a di riferimento”, anche se non ha relazioni di parentela. L'ISTAT guarda i consumi e quindi possiamo immaginare facilmente che il sostegno registrato da parte degli anziani sia molto legato alla presenza di una pensione o comunque di soldi che possono aiutare a coprire le spese dell'intera famiglia, ma se noi aggiungiamo alla gratuità dei nostri servizi la relazione e il ben-essere che portiamo non potremo che raggiungere risultati ragguardevoli.

In termini generali, al di fuori di Valmadrera, credo poi che il tentativo delle BdT di capitalizzare la frequentemente elevata età media dei soci sia un obbligo. Dobbiamo cercare di coinvolgere le fasce di persone più in difficoltà immaginando attività in cui le nostre socie e i nostri soci possano essere utili alle famiglie, coinvolgendole in una rete virtuosa per le comunità. Servizi come il piedibus, i compiti o gli accompagnamenti potrebbero coinvolgere queste categorie di persone, soprattutto se sapremo entrare in forte collaborazione con le amministrazioni locali e le parrocchie, sulle quali normalmente questi servizi competono. Siamo, noi BdT, associazioni a forte impatto economico per le amministrazioni locali, che attraverso di noi possono riuscire a soddisfare bisogni della comunità risparmiando. Le BdT, poi, sono associazioni a grande impatto relazionale che, come dimostrano le iniziative di socializzazione come le gite culturali, le camminate e le biciclettate che molte della nostre realtà propongono con successo costante, svolgono un ruolo, ormai non più ricoperto da nessuno da molti anni, di rete e facilitatori della relazione dove queste tendono a sfaldarsi.

Una lettura interessante davvero, per noi che vogliamo costruire comunità coese e  con diffuso ben-essere.


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dom

20

set

2015

Scuola di futuro!

Se vuoi arrivare primo, corri da solo; se vuoi arrivare lontano, cammina insieme. (proverbio del Kenya)

 

Chi sono io… per essere brillante, formidabile, pieno di talento e risorse? Ma di fatto chi siamo noi per non esserlo? Siamo figli e figlie di Dio… il nostro giocare al ribasso non serve al mondo… non c’è niente di illuminato nel ridurre noi stessi per fare sì che gli altri non si sentano insicuri attorno a noi…(Nelson Mandela)

 

Oggi ho partecipato all'evento di cui potete veder la locandina a fianco e le prime frasi che mi sono venute in mente, una volta uscito dalla riunione del mattino, sono quelle che danno l'inizio a questo post.

Il progetto che Matteo, Sara, Adriana, Roberto e Elena di Libero Sogni ci hanno proposto ci spinge a cercare modi nuovi e concreti per correggere un mondo che ha perso la via e che deve pensare cosa vuole fare per garantirsi un domani. In un mondo dove gli oggetti sono importanti e le persone sono trattate come oggetti la relazione fisica e diretta con l'altro viene a mancare. Oggi abbiamo pensato ad aprire delle scatole, cercando di parlare tra soggetti che non si vogliono accontentare di sopravvivere, ma intendono creare benessere di comunità attraverso la collaborazione. Soggetti istituzionali (era presente anche un assessore di Civate) e, soprattutto, del terzo settore si sono detti che bisogna aumentare lo sguardo verso i bisogni veri delle comunità. Passiamo dal social al real attraverso corsi, eventi, proposte e voli che devono partire dal basso. Mi è piaciuta molto la parte in cui Delfo descrive gli essere umani come composti di tre parti: una intima, una del proprio gruppo e la terza come stanno nella società. Senza armonia tra le 3 componenti la persona vive male. Bisogna lavorare su questo. A queste riunioni normalmente partecipano i soliti addetti ai lavori”, oggi no. Ai lavori hanno partecipato 4 ragazzi di circa 20/25 anni semplicemente curiosi. Bene!

Se penso a delle parole per descrivere tutto ciò allora mi vengono in mente rete e fiducia. Quello che mi sembra stia nascendo. Molto bene! In bocca al lupo “Scuola di Futuro”, in bocca al lupo a tutti noi!

 

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mar

08

set

2015

Marta, la nonna e la memoria

3 settembre 2015


Marta è tornata tardi questa notte e questa mattina si alza tardi. La nonna Pinuccia non la sveglia, mica come mamma e papà che alle 9.00 …


Prima di andare in cucina accende il portatile e si collega a internet. “Facebook, twitter o il giornale? Per adesso giornale” pensa la ragazza. Tra il giorno 1 e il giorno 3 di 11 anni fa era nella scuola 1 di Beslan. Se oggi lo può raccontare è solo per un caso della vita. Si ricorda la felicità di mamme e papà che portavano i figli a scuola per il loro primo giorno e lei, ospite occasionale a casa di Pavlev (non ha ancora 5 anni, mancano pochi giorni al compleanno), si era fermata per la festa che ci sarebbe stata dopo la scuola. Due giorni di follia, le urla, i pianti e il corpo di Pavlev da allora la accompagnano tutti i giorni. Da qualche mese dorme meglio, il suono delle bombe è diminuito.

Si collega al suo giornale preferito. Il sito de “La Stampa” ha la foto di un bimbo in prima pagina. E’ sul bagnasciuga, sembra Pavlev. Non può essere il mio piccolo amico russo, lui ormai è solo nella mia testa e in quella dei suoi genitori. Come può essere sdraiato davanti al mare? Guarda meglio e capisce. Mario Calabresi lo spiega bene. Le manca il respiro. Immediatamente pensa:“Devo andare dalla nonna.”


Nonna Pinuccia è nata quasi 90 anni fa e a casa sua si mangia presto, mai più tardi delle 12.00/12.05. A quell' ora è in cucina, una pasta con il sugo rosso, mozzarella e pomodoro. Per andare in sala da pranzo Marta deve passare dal salotto e sulla credenza vede 2 fotografie.

Nella prima, è il 1929, ci sono la nonna (4 anni), i suoi fratelli Berto e Nicola (7 e 9 anni) e i suoi genitori. Indossano vestiti semplici e un po’ stropicciati, quello che hanno messo in Abruzzo, prima di partire. Dopo una traversata di molti giorni sono arrivati a Ellis Island e hanno fatto una foto. Sono sani e salvi. Un giorno la faranno vedere ai parenti che non sono riusciti a lasciare Villa S. Maria.

Nella seconda foto c’è Luciano, ha 11 anni è magrissimo e indossa un pigiama a strisce. E’ il 27 gennaio 1945 e le truppe sovietiche sono arrivate a Auschwitz. L’aria continua a mancarle, si sente soffocare.


La nonna sta per scolare l a pasta e il terzo canale trasmette il TG. Giuseppina guarda sempre il TG a pranzo, da moltissimi anni. Il televisore parla di treni e di repubblica ceca. Si vedono dei numeri sulle braccia di alcune donne e delle reti di metallo. La nonna si gira e vede Marta.

Cosa succede nonna?” chiede la ragazza. “Ho visto Luciano alla televisione.” Risponde la ragazza di una volta. “Mangiamo troppo poco pesce, dimentichiamo troppo in fretta” e scende una lacrima.

            

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dom

30

ago

2015

La forza quotidiana

Certe cose non accadono per caso, ma a volte non lo capiamo fino a quando sono diventate cronaca. Certi comportamenti, poi, sono più universalmente interessanti di molti altri, anche se partono coinvolgendo solo un nucleo famigliare.

Venerdì 24 luglio siamo andati a prendere Elettra a Marina di Scarlino (uno dei porti di Grosseto) dopo che la ragazza ha passato poco meno di una settimana in barca a vela, partecipando al progetto “Un mare di Laghi” di Regione Lombardia, ASL di Lecco e Associazione Vela Insieme (Gr). In quei giorni mia figlia ha navigato e vissuto ininterrottamente con alcuni adulti (skipper, aiuto skipper e educatore) e altri adolescenti disabili e no (totale 9 persone). Cinque giorni passati gomito a gomito con uomini e donne dai 14 ai 45/50 anni. Vi immaginate cosa possa significare dover andare in bagno, cucinare e dormire ogni giorno nei pochi metri di una barca a vela che ne misura meno di 14 per 4,25 totali (mod. Bavaria 44)? Se avete, o avete avuto, figli adolescenti sapete benissimo delle difficoltà che si affrontano a farli lavare, sparecchiare e tenere la camera in modo che polvere e acari non vi aggrediscano quando andate a chiamarli per la cena o per andare a scuola. Da adolescente anche io, come tutti gli adolescenti e quindi anche mia figlia, ero molto schizzinoso, malgrado sia stato nell’ AGESCI dai 7 anni di età in poi. Per chiudere il quadro vi voglio dire anche che le disabilità con cui si è confrontata sono state varie, dalla sindrome di Down (in vari “gradazioni”), all’ autismo, alla sordità completa  e altro che non sappiamo.

Arrivati in porto per recuperarla la ragazza non c’era. La borsa davanti alle barche della flotta di Vela Insieme, ma degli equipaggi nemmeno l’ombra. Solamente dopo circa mezz’ora abbiamo scoperto che i vacanzieri erano andati al bar per salutarsi, fare foto e … forse una breve riunione. Rideva, giocava, era orgogliosa di aver vinto la gara di cucina della sera prima (menù: pasta con melanzane, pinoli, uvetta e pomodoro - straccetti di pollo con peperoni gialli e yogurt greco – macedonia di frutta dentro ad una anguria svuotata). Non si tratta solo di essere stupiti del fatto che Elettra sia capace di integrarsi in un gruppo di completi sconosciuti, ma della normalità di relazione con tutti, anche con chi ha delle difficoltà molto evidenti dall’ esterno, ma non per lei. In auto, andando verso Falconara (An), i racconti sono stati molti e tutti dimostravano che le differenze le vede solo se chi le cerca, perché esistono, ma con un po’ di sensibilità e di tolleranza si superano e possono anche essere stimolanti. Tutti quanti cantano e ascoltano la stessa musica, o forse no, tutti mangiano le stesse cose, a dire il vero c’erano un vegano e un vegetariano a guidare le scelte culinarie, tutti amano fare tardi, a volte, tutti giocano a carte, quello si. Nei racconti non si capiva se le persone di cui raccontava fossero adulti, adolescenti, disabili o normododati. Chissene! Ma per la doccia come facevate? “Quando dormivamo in porto, altrimenti … facevamo molti bagni in mare.” Per tutti era normale fare così e se un disabile ci provava a sfruttare il suo handicap per schivare un dovere ... veniva beccato e fatto rientrare nella “normalità” (Il sordo della combricola spegneva l'apparecchio per non essere disturbato e gli altri … lo riaccendevano).

Arrivati nelle Marche ci siamo sentiti con Federica Stroppa, una amica della maestra di Irene (Stefania). Dallo scorso anno  scolastico i bambini della classe di Stefania si sono scritti qualche lettera con l'amica della maestra e Irene ci ha chiesto di andarla a incontrare. Domenica, dopo aver passato la giornata precedente a giocare in acqua e sulla spiaggia, siamo andati a Fabriano, dalla nostra nuova, futura, conoscenza. Federica è una atleta paralimpica (non può usare le gambe dalla nascita) che per un disguido burocratico non ha potuto prendere parte agli europei 2009 (terzo tempo europeo di stagione della categoria SB3). Andando a incontrarli pensavamo che li avremmo annoiati solo al mattino e poi loro ci avrebbero cortesemente lasciati al nostro girovagare, per tornare ai loro impegni. Ci hanno, invece, illustrato la cittadina, portati a mangiare il tartufo in un agriturismo della vicina Umbria e condotti al Museo della Carta e della Filigrana, dove hanno atteso che facessimo un laboratorio per la produzione della filigrana. Coccole da mattina a sera! La giornata è volata e delle persone totalmente sconosciute ci hanno salutato, dopo l'aperitivo delle 19.00, con baci, abbracci e promesse di rivederci appena possibile.

Ciò che mi ha colpito è la normalità della vita di Federica: va in piscina, naviga su Internet, gira la città con la carrozzina, conosce molta gente e tutti la conoscono. Entrava sul set di una famosa serie televisiva RAI girata nella sua città per conoscere i protagonisti e le persone che stavano lavorando a quei telefilm, tutto molto normalmente. Il lavoro, si sa, è un problema comune a molti, ma lei non si perde d'animo, fa corsi, scrive e … si da “da fare”. In tutta la giornata spesa nella cittadina marchigiana e dintorni, non ci si è resi conto della diversità costituita dalla incapacità di una di noi a utilizzare le gambe, se non nel momento in cui bisogna superare una barriera architettonica. Qui si vede la forza di Federica, Pietro e Sandra. Le barriere si superano. Se non lo fanno da soli, i politici o i responsabili in genere,  glielo facciamo vedere noi cosa va fatto, parliamo noi con chi se ne deve occupare. Nei mesi scorsi, raccontava la famiglia Stroppa, hanno visto la Juve (Federica partecipa allo Juventus Club e ci ha raccontato del sogno di incontrare Del Piero e di quando ha cenato con Tacconi), partecipato a concerti (a settembre sarà a Campovolo per il concerto di Ligabue), viaggiato. A maggio, Federica e Sandra, hanno fatto un week-end a Milano e visitato EXPO 2015.

Credo di aver imparato anche che non si deve mai finire di lottare per i propri diritti, ma nemmeno perdere il sorriso. Non so che studi abbia fatto Pietro, ma Sandra ci ha raccontato di aver interrotto gli studi presto. Mi hanno dimostrato molta più forza, sensibilità e competenza di molte persone istruite a livelli superiori. Sorriso e determinazione. Forse Irene, che da sempre voleva vedere il Museo della Carta e della Filigrana, si è un po' bloccata con questi nuovi amici, che lei ci ha spinto a incontrare, ma siamo sicuri che abbia assimilato tutto quello che  ho scritto e molto di più. Che fortuna averli conosciuti, grazie Federica  Pietro e Sandra, grazie Stefania, grazie scuola!

Tornati dal mare siamo andati a Leolandia con Laura e i suoi figli. Tutto normale se non si tiene conto che Laura, nostra amica da molti anni, a causa di una malattia autoimmune è disabile. Il suo problema la porta a un irrigidimento e ispessimento dei tessuti connettivi e cartilaginei e conseguente difficoltà di deambulazione. Negli anni le attività che abbiamo fatto assieme sono state molteplici e, visto che abbiamo figli con la stessa età, non ci siamo fatti mancare nulla, parco giochi incluso. Mi ha colpito rendermi conto della sua malattia per come lei ce ne parlava e per il modo in cui lei e i suoi figli parlavano con normalità e semplicità delle difficoltà di abbassare le protezioni o di salire su alcuni giochi. Sia ben inteso per motivi professionali, oltre che per affetto, conosco abbastanza bene la malattia della mia amica, ma non ci penso mai. Per alcune persone aprire, una bottiglia d'acqua, tagliare una pizza, salire su una sedia alta o scendere da un'attrazione possono essere azioni complesse. Altro dato che ho constatato è legato alla sensibilità che i quattro bambini e  ragazzi che erano con noi hanno istintivamente dimostrato nei confronti della difficoltà. Basta poco (ti posso portare io lo zaino se vuoi, ti apro la bottiglia?, abbasso la sbarra? …) per vivere tutti meglio e in armonia. Giornalmente chi ha qualche difficoltà, piccola o grande che sia, deve lottare per cose banali, a cui non pensiamo pressoché  mai, noi “normodotati”. Anche qui il sorriso non manca mai.

Infine credo giusto chiudere questa riflessione citando un articolo di Gianluca Nicoletti, riguardante la neonata legge sull' autismo, apparso sul quotidiano “La Stampa” del 6 agosto scorso. Il senso di tutto quello che avete letto e che leggerete sotto per me è questo:

se da una parte chi è diversamente abile ci insegna che i problemi di noi normali spesso possiamo superarli e sicuramente ci sono persone che ci possono aiutare senza troppo stress, dall'altra si trovano ostacoli, semplici da evitare, ma a cui noi normodotati non pensiamo  e che possono essere pesantissimi per chi è disabile. Ciò che serve è semplicemente un po' di attenzione all'altro, nessun trattamento di favore, pietistico o eclatante. Basta un po' di civiltà e qualche piccolo accorgimento, niente soldi o misure speciali.

Ecco alcuni estratti dell'articolo:

“La legge, buona o perfettibile che sia, è stata comunque scritta senza sapere esattamente quanti siamo.

I parlamentari legislatori forse nemmeno lo sanno,ma il primo vero e serio studio di prevalenza sull'autismo in Italia sarà avviato solamente da questo autunno.

...

A noi in concreto non cambia nulla se si accendono di blu i palazzi del potere, se si fanno discorsi, se si organizzano passerelle. Il giorno dopo abbiamo sempre continuato a inventarci tappabuchi, con interlocutori spesso ignoranti, palese espressione di un paese ancora molto ignorante sull'autismo.

….

… mi unirò ai festeggiamenti quando qualcuno mi convincerà con i fatti che, con questa legge, in Italia sarà possibile una vita dignitosa anche per noi autistici.”

Qui il link all'articolo completo: http://www.lastampa.it/2015/08/06/italia/cronache/legge-sullautismo-non-basta-la-vittoria-arriver-solo-con-una-vita-dignitosa-2L0oV0d8qoz1lEXi5wBedI/pagina.html

Tutto in 18 giorni!

Ciao.

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gio

13

ago

2015

Iniziamo da qui

Da ottobre/novembre del 2014 sono successi una serie di fatti che non mi hanno permesso di aggiornare più il sito che state leggendo.

Gli avvenimenti che sono accaduto mi hanno assorbito totalmente per diversi mesi e solo ora sto riuscendo a recuperare le forza fisiche e mentali per dedicarmi a questo spazio. In questi mesi, poi, ho avuto la fortuna di potermi confrontare con alcune persone interessanti interessate a discutere con me di argomenti variamente coinvolgenti.

Alcuni eventi sgradevoli hanno comportato anche una rafforzamento della mia convinzione che prendere tempo, rallentare e sostare sia una ottima idea. “Sostare”, progetto a cui ha partecipato una delle mie figlie quando andava al nido e che tentava di spiegare come “sostare” porti molto spesso a poter dire: io “so-stare”, perché con il tempo, l’ascolto e la riflessione si riesce a comprendere meglio gli altri e ad avere una relazione più corretta e meno aggressiva o problematica.

Da oggi, quindi, questo sito ripartirà con l’idea di divenire luogo di riflessione pubblica. Manterrò gli spazi precedentemente creati, ma saranno nutriti meno frequentemente e aggiungerò, invece, alcuni articoli di riflessione, come quello che trovate ora in questa sezione chiamata “Volo Libero”. Qui sarà possibile inserire commenti e interagire con me sulle riflessioni che di volta in volta aggiungerò.

A presto!

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Documenti da scaricare

La povertà in Italia nel 2014
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La povertà in Italia nel 2013
Fonte ISTAT
La povertà in Italia - 14_lug_2014 - Tes
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Siate gentili
Jorge Saundes agli studenti della Syracuse Univ. (2013)
Il discorso di George Saunders agli stud
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Perchè abbiamo creato la BdT.
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Differenti
Un bel testo di A. Gramsci sull'impegno civile
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